La soddisfazione coniugale studiata nel cervello umano

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 17 settembre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il sogno di molti neuroscienziati è l’identificazione specifica e diacritica dell’attività cerebrale caratteristica di ogni sentimento umano, principalmente per conoscere l’oggettività neurale corrispondente alla soggettività della vita affettiva, ma anche per avere dei precisi correlati di quegli stati funzionali che siamo abituati a pensare e denominare secondo una concezione psicologica della mente. Gli strumenti di cui disponiamo, e particolarmente le metodiche di neuroimmagine funzionale e la rilevazione dell’attività elettrica, ci appaiono ancora decisamente insufficienti per raggiungere questo scopo, ma per incamminarsi sulla via della decodifica neurale dei sentimenti possono fornirci informazioni più significative e specifiche di quanto in genere si ritenga, se le si impiega in modo ingegnoso.

È difficile immaginare qualcosa di più lontano dagli stati affettivi di base che condividiamo con i roditori – e si prestano allo studio comparato dei correlati neurali – del grado di soddisfazione per il rapporto in una coppia di coniugi. Si tratta, infatti, di un vissuto soggettivo e di una interpretazione altrettanto individuale e legata alle innumerevoli variabili che intervengono nella percezione delle gratificazioni, ossia di un oggetto ordinariamente indagato mediante questionari che registrano in forma standardizzata le risposte dei soggetti.

Eppure, Lei Li e colleghi, in uno studio edito da Meghan Meyer del Dartmouth College, hanno trovato un modo affidabile per rilevare un indicatore di soddisfazione coniugale. Non si tratta di un correlato specifico da archiviare come elemento semeiotico distintivo per creare una diacritica neurale dei sentimenti umani, tuttavia costituisce un primo piccolo passo su una via che richiederà, per essere percorsa, nuovi criteri di valutazione delle attività delle grandi reti neuroniche cerebrali, oltre che l’introduzione di strumenti tecnici più avanzati.

Non è irrilevante che l’accettazione del lavoro, in qualità di membro del board di peer-review, si deve a Michael Gazzaniga, allievo del Premio Nobel Roger Sperry e pioniere degli studi su pazienti con cervello diviso, la cui autorevolezza è riconosciuta da tutta la comunità neuroscientifica internazionale.

(Li L., et al., Neural synchronization predicts marital satisfaction. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 119 (34) e2202515119 Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas. 2202515119, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: The Clinical Hospital of Chengdu Brain Science Institute, School of Life Science and Technology, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu (Cina); Ministry of Education Key Lab for Neuroinformation, High-Field Magnetic Resonance Brain Imaging Key Laboratory of Sichuan Province, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu (Cina); Department of Psychiatry & Behavioral Sciences, Stanford University School of Medicine, Stanford, California (USA); Department of Neurology & Neurological Sciences, Stanford University School of Medicine, Stanford, California (USA); Wu Tsai Neuroscience Institute, Stanford University, Stanford, California (USA).

“Oggi che i rapporti sociali sono concepiti su un individualismo di fondo e che le relazioni di coppia sono spesso centrate sulla soddisfazione sessuale intesa come diritto civile individuale, non è facile comprendere quanto la filosofia morale nel mondo antico contribuisse a determinare benessere psicologico attraverso le dottrine coniugali. Quando gli stoici proclamavano e diffondevano le loro regole per la felicità matrimoniale, si leggeva e si rappresentava nei teatri la leggenda di Filemone e Bauci che si adoravano reciprocamente e si insegnava la saggezza di Penelope che, nonostante la lontananza di Ulisse, aveva perseverato nell’ideale realizzato di un amore fondato su virtù oblative ed edificanti.

Il filosofo platonico Plutarco, che rifiutava l’etichetta di stoico in quanto esponente di una corrente di pensiero rivale dello stoicismo, enunciò una teoria dell’amore coniugale quale varietà superiore dell’amicizia, non lontana da quella degli stoici e fondata sul rispetto reciproco e sull’impegno di ciascun membro della coppia a suscitare ammirazione nell’altro per la dedizione nel condividere il peso delle cure quotidiane e delle avversità impreviste. Il senatore Plinio, sentenziando con autorità, dichiara che risposarsi è lodevole, anche se l’età degli sposi è tale da escludere il fine della procreazione, perché il vero fine del matrimonio – sostiene – è l’aiuto che gli sposi si danno l’un l’altro, realizzando i valori della speciale amicizia che li lega”[1].

Ho estratto questo brano da una relazione al nostro seminario permanente sull’Arte del Vivere perché aiuta a comprendere una delle ragioni che ha portato, dalla seconda metà del Novecento a oggi, i rapporti di coppia dall’essere prevalentemente fonte di supporto psicologico all’essere più spesso origine di frustrazione, sofferenza e disagio: lo spostamento della centralità dalla condivisione della vita in una reciprocità oblativa, alla soddisfazione nella coppia di bisogni e desideri individuali.

Gli esseri umani stabiliscono relazioni personali intime e sociali con partner di coppia che, in termini evoluzionistici, consentono loro di sopravvivere, accoppiarsi con successo e allevare la prole. L’attaccamento coniugale gioca un ruolo importante nel mantenere il rapporto intimo personale e nel supportare il benessere psicologico. Le teorie di selezione per l’accoppiamento suggeriscono che le donne e gli uomini hanno un’elevata probabilità di sposare qualcuno che abbia una personalità simile e appartenga allo stesso ceto sociale; ma mancano evidenze coerenti di un’associazione tra le misure di similarità della coppia basate sulla personalità e la soddisfazione coniugale.

Gli autori dello studio qui recensito prendono le mosse dalla considerazione che, il criterio demografico e il criterio basato sui profili di personalità definiti secondo le concezioni correnti nella psicologia accademica, non sono parametri affidabili per prevedere lo stato di soddisfazione dei coniugi, come dimostrano accertamenti di verifica, pertanto decidono di elaborare un approccio più diretto e utile per affrontare la questione.

Li e colleghi sostengono che un approccio razionale per comprendere i processi fondamentali sottostanti la soddisfazione coniugale consiste nello stimare e provare la similarità delle risposte cerebrali dinamiche a realtà di stimolo informativo e comunicativo rilevante in termini di vita di coppia e vita sociale. Questa analisi specifica di risposte dinamiche cerebrali a contenuti episodici significativi per la fisiologia psichica di ciascun partner nelle questioni di coppia, può riflettere meglio degli approcci finora adoperati il modo in cui le coppie sposate elaborano l’informazione in tempo reale e il modo in cui ciascuno capisce il proprio partner e la coppia ha comprensione consapevole di sé stessa.

A tal fine, Li e colleghi hanno indagato le rappresentazioni neurali condivise basandosi sulla sincronizzazione intersoggettiva (ISS) delle risposte cerebrali durante la visione di film di tre diversi contenuti tematici: 1) inerenti alla vita coniugale; 2) di interesse esistenziale ma non coniugale; 3) relativi ad un oggetto.

È importante sottolineare che il disegno sperimentale prevedeva in particolare il confronto tra coppie sposate, ossia specificamente unite dal vincolo matrimoniale, e diadi e coppie non sposate, selezionate a caso. Rispetto ai partner non sposati, i coniugi hanno fatto registrare livelli rilevantemente e significativamente più alti di ISS durante la visione di film relativi a coppie sposate e la ISS, ossia la sincronizzazione dei cervelli di marito e moglie, consentiva di prevedere con certezza i livelli più alti di soddisfazione coniugale.

L’ISS nella rete di default o Default Mode Network (DMN) è emerso come un forte indice di soddisfazione coniugale e le canoniche analisi di correlazione hanno rivelato uno specifico rapporto tra l’ISS all’interno di questa rete, la comunicazione condivisa e l’uguaglianza delle componenti della soddisfazione coniugale.

I risultati di questo studio dimostrano che le similarità di fisiologia cerebrale che riflettono risposte mentali in tempo reale a percezioni soggettive, pensieri e sentimenti circa le interazioni interpersonali e sociali sono dei forti indicatori (predictors) di soddisfazione coniugale, in quanto riflettono la condivisione di valori, sensibilità e credenze.

Non si può non condividere il giudizio degli autori sul loro lavoro e, in particolare, che i risultati ottenuti costituiscano un progresso nella conoscenza delle basi neurobiologiche dei legami di coppia umani.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-17 settembre 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Giuseppe Perrella, Relazione introduttiva (p. 2) all’incontro sul tema: Psicologia e Psicopatologia dei Soggetti Storici del Matrimonio al “Seminario Permanente sull’Arte del Vivere di BM&L-Italia”, Firenze 2018.